Sul sito del Carrefour Européen du Patchwork hanno inserito le immagini delle trenta opere che sono state selezionate per il concorso 2025 intitolato “Avant-garde!”. Ebbene, tra quelle trenta c’è anche la mia, vediamo se indovinate quale è. Allora, ci vediamo su?
Eccoci qua, con l’abituale ritardo, a parlarvi di Verona Tessile 2025. Va detto che stavolta ho una scusante, ovvero che subito dopo la mia puntata a Verona sono stata abbastanza impegnata nell’allestimento della mia personale, che poi sarebbe la prima se non contiamo quella realizzata tanti anni fa a Grado in coppia con un’altra quilter. Comunque ho deciso di rispettare l’ordine cronologico e di non sfuggire ai doveri che questo blog m’impone, quindi Verona Tessile sia. Abbiamo scarpinato parecchio, ma già lo sapevamo, quindi eravamo preparati dal punto di vista calzaturiero, anche se in qualche caso ci sono state delle difficoltà per localizzare la sede di alcune esposizioni, e, per vari motivi, abbiamo rinunciato a quella nella galleria degli affreschi. Ma veniamo a quanto visto in quel di Verona.
… o almeno prima che sia troppo tardi.
Sono anni che vado fantasticando su una mia mostra personale, però diversi fattori contribuivano a farmela considerare poco più di un’ipotesi, una speranza, una chimera.
In primo luogo ci metto il mio livello di autostima che rasenta lo zero, giacché troppe cose ho visto in giro per l’Europa per non considerare il mio desiderio di esporre come frutto di presunzione e vanità.
Ci sarebbero poi le difficoltà logistiche che una mostra di arte tessile comporta, tanto più nella mia zona. Gli spazi sono relativamente pochi, e in più di qualche caso non offrono le condizioni ottimali in grado di valorizzare le opere esposte.
Infine va considerato l’elemento che da sempre penalizza in Italia il patchwork e affini, ovvero l’opinione che si tratti di un’attività di nicchia, considerata con benevolenza come un “innocuo” hobby femminile, il che non è, non lo è più da decenni. In conseguenza di ciò è ancora più difficile trovare spazi espositivi, almeno per chi non fa parte di un’associazione che dispone di mezzi adeguati. Purtroppo le mie esperienze associative sono state, a dir poco, catastrofiche, e non sempre per colpa mia.
Quindi si potrebbe supporre che essendo da sola, senza agganci e senza mecenati, io non abbia possibilità alcuna, però ho scoperto di possedere un’arma segreta. Si tratta del mio webmaster / fotografo / agenzia turistica / sherpa / ecc. , il quale, probabilmente stufo delle mie perenni esitazioni, ha colto al volo un’occasione (quanto vorrei avere il suo carattere!) e, a mia totale insaputa, ha scovato date e location per una mostra personale, offrendomi questa possibilità inaspettata.
Allora mostra sia.
Esporrò una dozzina di opere (circa), le quali condividono la peculiarità di essere quasi tutte diverse tra loro. Lo scopo è offrire un panorama di possibilità creative che spaziano dal figurativo all’astratto, variando i materiali e le tecniche, dalla più semplice alla più complessa, quasi un invito a provare, perché non si nasce imparati, ma imparando si cresce.
La mostra si terrà nella sala al piano strada dello studio di architettura EDILarea, la stessa utilizzata per la mostra della “Magica Cucitrice”, della quale ho scritto nel post Wish You Were Here.
Vi saprò dire com’è andata.
Eccoci qua, on stage again, a raccontarvi del nostro viaggio nella Repubblica Ceca e dei quilt che lì abbiamo visto. Leggendo il titolo forse avrete avrete notato che l’acronimo della mostra ceca ora è BPM, ovvero Brno Patchwork Meeting, e non più PPM. Diciamo che Praga un po’ mi manca, e non solamente perché la trovo affascinante e complicata, ma anche perché lì ho scoperto tanti anni fa delle artiste che andavano cercando una loro via espressiva per staccarsi dalla scuola anglosassone e da quella francese. Oggi posso dire di aver visto lungo, e ammiro con soddisfazione le opere che le quilter ceche possono vantarsi di esporre le loro opere in tutto il mondo. Come sempre il viaggio verso Brno è stato lento e complicato, e perciò piacevole. Partiti col sole, e già a Celje il bus procedeva tra i fiocchi di neve che scendevano copiosi, ma per fortuna l’esperienza ci aveva preparato a tutto. La prima tappa prevedeva una sosta a Vienna per una giornata di shopping. Badate bene, non sto parlando di vestiti, calzature e accessori, bensì di materiali e attrezzature per la calcografia e la pittura. Missione compiuta. Tutto ho trovato, e anche di più, e ora so dove andare quando mi servirà qualcosa che qua manco sanno che esiste. Già che eravamo lì abbiamo visitato il Wien Museum in Karlsplatz, appena riaperto da qualche mese, dove all’ultimo piano le pareti erano tappezzate di mirabili incisioni della Vienna del ‘600 e non solo. Salutata Vienna abbiamo preso un autobus diretto in Moravia, e abbiamo ritrovato la stessa Brno dello scorso anno, con i suoi pregi e i suoi difetti. Stavolta però, terminati i nostri doveri di cronaca, abbiamo deciso noleggiare un’automobile per concederci qualche gita fuori città. Di questa puntatina in Moravia potrete trovare delle immagini nel post “Non solamente Brno”, dal blog ultimelune.it del mio webmaster / fotografo / agenzia turistica / sherpa / ecc. Ma immagino che voi siate qui per il patchwork, e che tutta questa menata del viaggio vi lasci abbastanza indifferenti, perciò eccomi pronta a soddisfare la vostra curiosità.Continua a leggere →
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Mercoledì, primo Novembre, l’unico giorno della settimana che prometteva di non piovere, così ci siamo fidati delle previsioni meteo e abbiamo preso il treno per Treviso. Abbiamo avuto fortuna per ben tre volte, la prima perché effettivamente Giove Pluvio non s’è fatto vedere per tutta la giornata, la seconda perché con Trenitaglia sai quando parti ma non sai quando arrivi, la terza perché la mostra è tornata nella prestigiosa sede di Ca’ de Noal, e finalmente le opere si potevano ammirare con i giusti spazi.
Direi allora che sia il caso di dare un’occhiata a qualcuna delle opere esposte, almeno a quelle che mi hanno particolarmente colpito.Continua a leggere →
Peggio di un treno della Renfe, stavolta abbiamo veramente accumulato un ritardo imperdonabile, e proprio per un articolo che ci tenevo a pubblicare in tempi brevi. Capita che le divinità dell’informatica non si mostrino benevole, e infatti, come ho riportato nel post precedente, un grave problema alla scheda madre del computer ci aveva lasciati a terra. Purtroppo il ricambio non si trovava, e dopo alcuni tentativi falliti di ripararla ci siamo decisi a eseguire un revamping della macchina, un aggiornamento dell’hardware in buona sostanza, sostituendo scheda, processore e memorie. Certo, avremmo fatto prima comprando un nuovo PC, però la nostra indole ci spinge sempre verso il recupero, e anche questo computer è una sorta di patchwork elettronico, senza dimenticare il vantaggio di aver speso meno di un terzo di quanto avremmo dovuto lasciare alla cassa di un negozio di informatica.
Bene, passiamo alla narrazione del nostra spedizione in Moravia. Anzi no, ci fermiamo prima a Vienna.Continua a leggere →
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