Verona Tessile 2025

VeronaTessileLogoEccoci qua, con l’abituale ritardo, a parlarvi di Verona Tessile 2025.
Va detto che stavolta ho una scusante, ovvero che subito dopo la mia puntata a Verona sono stata abbastanza impegnata nell’allestimento della mia personale, che poi sarebbe la prima se non contiamo quella realizzata tanti anni fa a Grado in coppia con un’altra quilter.
Comunque ho deciso di rispettare l’ordine cronologico e di non sfuggire ai doveri che questo blog m’impone, quindi Verona Tessile sia.
Abbiamo scarpinato parecchio, ma già lo sapevamo, quindi eravamo preparati dal punto di vista calzaturiero, anche se in qualche caso ci sono state delle difficoltà per localizzare la sede di alcune esposizioni, e, per vari motivi, abbiamo rinunciato a quella nella galleria degli affreschi.
Ma veniamo a quanto visto in quel di Verona.

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Prima o poi doveva succedere…

Logo_lastoffagiusta… o almeno prima che sia troppo tardi.
Sono anni che vado fantasticando su una mia mostra personale, però diversi fattori contribuivano a farmela considerare poco più di un’ipotesi, una speranza, una chimera.
In primo luogo ci metto il mio livello di autostima che rasenta lo zero, giacché troppe cose ho visto in giro per l’Europa per non considerare il mio desiderio di esporre come frutto di presunzione e vanità.
Ci sarebbero poi le difficoltà logistiche che una mostra di arte tessile comporta, tanto più nella mia zona. Gli spazi sono relativamente pochi, e in più di qualche caso non offrono le condizioni ottimali in grado di valorizzare le opere esposte.
Infine va considerato l’elemento che da sempre penalizza in Italia il patchwork e affini, ovvero l’opinione che si tratti di un’attività di nicchia, considerata con benevolenza come un “innocuo” hobby femminile, il che non è, non lo è più da decenni. In conseguenza di ciò è ancora più difficile trovare spazi espositivi, almeno per chi non fa parte di un’associazione che dispone di mezzi adeguati. Purtroppo le mie esperienze associative sono state, a dir poco, catastrofiche, e non sempre per colpa mia.
Quindi si potrebbe supporre che essendo da sola, senza agganci e senza mecenati, io non abbia possibilità alcuna, però ho scoperto di possedere un’arma segreta. Si tratta del mio webmaster / fotografo / agenzia turistica / sherpa / ecc. , il quale, probabilmente stufo delle mie perenni esitazioni, ha colto al volo un’occasione (quanto vorrei avere il suo carattere!) e, a mia totale insaputa, ha scovato date e location per una mostra personale, offrendomi questa possibilità inaspettata.
Allora mostra sia.
Esporrò una dozzina di opere (circa), le quali condividono la peculiarità di essere quasi tutte diverse tra loro. Lo scopo è offrire un panorama di possibilità creative che spaziano dal figurativo all’astratto, variando i materiali e le tecniche, dalla più semplice alla più complessa, quasi un invito a provare, perché non si nasce imparati, ma imparando si cresce.
La mostra si terrà nella sala al piano strada dello studio di architettura EDILarea, la stessa utilizzata per la mostra della “Magica Cucitrice”, della quale ho scritto nel post Wish You Were Here.
Vi saprò dire com’è andata.
Invito

Finestre sul mare

Finestre sul mare
Talvolta può capitare di visitare delle esposizioni “diverse” dove l’arte tessile trova un riflesso nell’arte della pittura, più o meno figurativa s’intende, e questo è successo un mesetto fa.
“Finestre sul mare” è il soggetto che la tessitrice Marija Pudane ha inteso rappresentare con il materiale che le è più famigliare: il filo. Continua a leggere

Wish You Were Here

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Sono in preda a due stati d’animo contrastanti, il primo deriva dalla soddisfazione di aver ammirato delle opere tessili di eccezionale fattura e notevole cifra artistica, mentre il secondo è dato dalla consapevolezza di aver perso un’occasione.
Inizio da quest’ultimo, ovvero dal rammarico di non aver potuto conoscere bene di persona un’artista tessile che, da decenni, operava nella mia stessa provincia, mentre io mi affannavo per visitare le mostre di mezza Europa. Si potrebbe dire che questa mia disattenzione è stata imperdonabile, ma, per quanto strano ciò possa sembrare, vi confesso che ho la sensazione di vivere in un cul-de-sac dove non sempre è facile la collaborazione tra artisti, perciò capita che si operi in ordine sparso. Per buon peso andrebbe aggiunta una certa riservatezza caratteriale che spesso induce gli artisti locali a evitare ogni sovraesposizione mediatica, un sentimento che nulla ha che sparire con la modestia (gli artisti hanno il diritto di essere modesti e il dovere di essere vanitosi, scriveva Karl Kraus), bensì con una sorta di riguardo nei confronti di chi si troverà a valutare l’opera d’arte, lo stesso riguardo che si dovrebbe usare quando si entra in casa d’altri.
Confesso che ci sono rimasta male quando m’hanno detto che Laila Grison Cavalieri era morta da pochi mesi, perciò mai avrei potuto farle sapere quanto m’andassero a genio le sue opere. Chi un po’ mi conosce sa bene che i miei complimenti non vengono via un tanto al chilo, quindi il sapore agrodolce di quella visita è ben giustificato. Continua a leggere

Una bella notizia

Evviva! Mi è arrivata una nipotina, Cecilia.
Potevo forse restarmene con le mani in mano? No. Così, invece di vestitini e coperte, il mio spirito pratico mi ha spinto a realizzare una sorta di portatutto da appendere accanto a fasciatoio che servirà alla neomamma per sistemare qualche pannolino, il ciuccio, asciugamano, forbicine, spazzola, eccetera.
Poi, quando la bimba sarà cresciuta, lei in quelle tasche ci mettera quel che le pare, giocattoli, matite colorate, ciabattine, pelouche e altre cosette che faranno parte del suo piccolo nuovo mondo.

Ho scavato nei miei cassetti per trovare delle stoffe che mi aiutassero a realizzare questi temi africani, disegni semplici e coloratissimi che dovrebbero piacere anche alla mamma e al papà di Cecilia, giacché giraffe, zebre, leoni, ed elefanti non mancarono durante il loro bellissimo viaggio di nozze.
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L’arte che non t’aspetti

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C’è chi la stoffa ce l’ha di stoffa e c’è chi ce l’ha del suo.
Sto parlando degli abitanti di Vico Pancellorum, poco più di un centinaio di persone resilienti che popolano una piccolo borgo della Lucchesia, più precisamente nella Val di Lima.
Le ho definite “resilienti” perché tengono botta nonostante l’abitato si trovi a più di 15km da ciò che noi consideriamo aspetti indispensabili di una società abbastanza urbanizzata (negozi, servizi, uffici, punti di svago, ecc.). Per buona misura sono costretti a percorrere stradine infide e disagevoli, superando un dislivello di 450m, un viaggio nel quale non mancano i tornanti e gli strapiombi, in più incrociando qualche pazzo (e non sono pochi) che procede a velocità “sportiva”.
Di questo remoto borgo probabilmente non ne avrei saputo nulla se non fosse stato per la proverbiale tendenza a chiacchierare del mio fotografo / sherpa / autista / webmaster / ecc. , il quale ha incontrato per caso la persona giusta. Il fatto è che ci trovavamo a Benabbio, vicino a Bagni di Lucca, per la cerimonia di premiazione dei finalisti di un concorso letterario dedicato al treno, e colui che sempre mi accompagna nelle mie trasferte era tra quelli con una sua poesia, e se vi andasse di leggerla la trovate qui.
Avendo del tempo a disposizione (si sarà già capito che amiamo prendercela comoda), erano nelle nostre previsioni degli spostamenti a breve raggio nei dintorni, però la situazione tecnologica in loco era disperante, nel senso che internet era completamente assente (e talvolta anche il semplice segnale telefonico), perciò non c’era modo di andare a ravanare in rete per cercare informazioni utili su possibili luoghi interessanti da visitare, e poi di guide e uffici turistici manco l’ombra.
Da quel che s’è capito, esistono figli e figliastri, sia a livello regionale e sia provinciale, e, tranne che per le solite località più famose (e affollate), le indicazioni per i centri minori sono alquanto lacunose, lasciando l’onere della scoperta alla curiosità del viaggiatore.
Vi starete chiedendo allora che diavolo c’entri l’incontenibile loquacità del mio accompagnatore. È presto detto. Continua a leggere