Treviso 2023

Treviso2023.
Mercoledì, primo Novembre, l’unico giorno della settimana che prometteva di non piovere, così ci siamo fidati delle previsioni meteo e abbiamo preso il treno per Treviso. Abbiamo avuto fortuna per ben tre volte, la prima perché effettivamente Giove Pluvio non s’è fatto vedere per tutta la giornata, la seconda perché con Trenitaglia sai quando parti ma non sai quando arrivi, la terza perché la mostra è tornata nella prestigiosa sede di Ca’ de Noal, e finalmente le opere si potevano ammirare con i giusti spazi.
Direi allora che sia il caso di dare un’occhiata a qualcuna delle opere esposte, almeno a quelle che mi hanno particolarmente colpito.
Iniziamo col dire che le quilter di Patchwork Idea non amano lanciarsi nella sperimentazione di nuove espressioni tessili, nella maggior parte dei casi sono fedeli alla tecnica classica che prevede la composizione Top-Batting-Backing, ma non per questo motivo sono rimaste ferme alla riproposizione di patchwork tradizionali che prevedono l’esclusivo utilizzo dei blocchi standard.
Un esempio per tutte, Pina Tricoli, la quale ha saputo offrire questa composizione intrigante grazie a un uso sapiente della composizione formale e cromatica.
Pina Tricoli - Simmetrie ma non troppo

Pina Tricoli – Simmetrie ma non troppo

Pina Tricoli - Simmetrie ma non troppo - Detail

Pina Tricoli – Simmetrie ma non troppo – Detail

 

Anche quest’anno non sono mancate delle opere “impressionanti” per dimensione e difficoltà tecnica, come per esempio questo fiore di Franca Berto, la quale sicuramente ama complicarsi la vita fin dai tempi de “L’avaro”, un patchwork composto da un’infinità di quadratini e triangoli.
Questo disegno attualmente sta andando per la maggiore negli USA, in quanto si presta a infinite e spettacolari variazioni cromatiche.
Franca Berto - Un fiore per Laura

Franca Berto – Un fiore per Laura

Spero proprio che Laura apprezzi tutto l’impegno che l’autrice ha profuso nel realizzare questa grande composizione tessile.

 

Non so se sia lei la fortunata destinataria del patchwork che avete appena visto sopra, quel che son riuscito a sapere è che ha visto parecchio della Francia, ma le manca di visitare la Camargue.
Ci sono stata, quando ho girato un po’ per il Midi, e posso dirvi che è molto suggestiva e merita il viaggio.
Laura Fiumi - Camargue

Laura Fiumi – Camargue

Laura Fiumi - Camargue - Detail

Laura Fiumi – Camargue – Detail

Comunque, anche senza esserci stata, in questo assemblaggio di blocchi tradizionali Laura ha riportato alcuni colori tipici che si possono incontrare in quella zona, i verde pallido delle erbe delle lagune, i grigi e i beige delle sabbie, gli azzurri e i blu dei fiumi e del mare, compreso il blu pastello che è tipico del Midi. Manca solo il rosa dei fenicotteri…
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Aigues-Mortes

 

Non mi stancherò mai di ripetere che la bellezza di un patchwork non sta solamente nell’effetto speciale, nella difficoltà realizzativa, nel fascino del colore, ma anche nella sua eleganza, ossia la capacità di ottenere il migliore risultato possibile con elementi molto semplici, quasi essenziali.
Flavia Favaro - Vento

Flavia Favaro – Vento

Secondo me, l’opera qui sopra sta a dimostrarlo. Stoffe poco appariscenti, una geometria elementare, e delle foglie di tre o quattro colori diversi che si rincorrono sul quella superficie. Forse non sarà un patchwork da concorso, però a me dà esattamente la sensazione di vedere delle foglie che vengono sollevate da un refolo di Bora, e questo, a Novembre, ci sta.
Flavia Favaro - Vento - Detail

Flavia Favaro – Vento – Detail

 

Al contrario, c’è chi la vita ama complicarsela, come appunto Franca Berto, la stessa autrice di quel fantastico fiore che somiglia a un mandala.
Franca Berto - Mille fiori

Franca Berto – Mille fiori

Franca Berto - Mille fiori - Detail

Franca Berto – Mille fiori – Detail

Anche se i fiori non sono esattamente mille, ce ne sono abbastanza per far perdere la vista e il senno durante l’assemblaggio di questo patchwork, giacché ho stimato che siano circa 6500 (seimilacinquecento) gli esagoni impiegati per realizzarlo.

 

Veniamo allora a qualcosa di più “umano”, come questa bella composizione che utilizza il blocco tradizionale “Dresden Plate“, ma con delle originali variazioni che lo rendono quasi moderno.
Clara Pignat - Dresda con foglie bleu

Clara Pignat – Dresda con foglie bleu

 

Altre volte invece succede che per motivi tecnici qualche opera non sia illuminata in modo adeguato, e allora ci pensiamo noi a metterla in luce come merita.
Laura Fiumi - Tagli e ritagli

Laura Fiumi – Tagli e ritagli

I colori di questo patchwork non sono semplici da accostare, ma dosandone con gusto i volumi e gli incroci, Laura Fiumi è riuscita nell’impresa di realizzare un’opera abbastanza semplice nella forma ma intrigante nell’effetto.

 

Dopo tanta geometria, ecco un grazioso paesaggio minimo, giusto un’occhiata su un groppo di case che a loro volta ci guardano, o contemplano il fiume.
Ornella De Valiere - Case sul fiume

Ornella De Valiere – Case sul fiume

Ornella De Valiere - Case sul fiume - Detail

Ornella De Valiere – Case sul fiume – Detail

Anche se si tratta di un tema semplice, in questo applique è presente qualcosa che ormai sta diventando una rarità: la quiltatura a mano.

 

Non so se si sarà capito, ma sono le stranezze a interessarmi di più, e non potevo non iserire quet’opera di Flavia Favaro, sbilenca nella forma ma precisa nella composizione.
Flavia Favaro - Trapezi

Flavia Favaro – Trapezi

Flavia Favaro - Trapezi - Detail

Flavia Favaro – Trapezi – Detail

 

E ora, ecco due interessanti patchwork che stanno ai loro rispettivi antipodi, sia come scelta cromatica e sia come impatto visivo.
Il primo si caratterizza per l’assenza di colori vivaci, e pure per la scelta della composizione, misurata e asciutta. A tale sobrietà si accompagna una quiltatura tutt’altro che elementare, anzi quasi temeraria per la sua ricorsività.
Maria Carmen De Bin - Whispering

Maria Carmen De Bin – Whispering

 

Al polo opposto troviamo uno sgargiante rosso su fondo bianco, quasi dei fuochi artificiali rispetto al precedente. Lascio a voi l’arduo compito di esprimere una preferenza.
Emilia Coletti - Red Carpet

Emilia Coletti – Red Carpet

Emilia Coletti - Red Carpet - Detail

Emilia Coletti – Red Carpet – Detail

 

Mi piace concludere questo post con qualcosa di esotico e di tradizionale al tempo stesso: un hawaiano.
Si sa che questo tipo di opere tessili hanno una struttura semplice che non ammette troppe deroghe, ma in compenso permettono all’artista di esprimere la sua creatività attraverso il disegno, usando la stoffa come se fosse un pennello.
Remolisa Nasato - Sognando le Hawaii

Remolisa Nasato – Sognando le Hawaii

 

Come per gli altri articoli, quelle che avete visto sono solamente alcune opere che erano esposte a Treviso. Altre ne potete trovare sulla mia galleria di Flickr . Immagini delle edizioni precedenti di questa e di altre mostre le potete trovare sempre su Flickr, digitando Rossana Ramani sul relativo campo di ricerca di persone.

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Allora ciao Treviso, e ci vediamo nel 2024!

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