Capita che mi lamenti della scelta di collocazioni “remote” per le esposizioni di arte tessile, posti difficilmente raggiungibili con i mezzi pubblici, oppure invisibili anche al più moderno localizzatore GPS, invece stavolta devo ammettere che arrivare alla sede dell’esposizione era relativamente semplice, a patto che non si soffra di naupatia, quel fastidio più noto come “mal di mare”. Infatti l’associazione Artlife for the World Contemporary Art Events ha scelto l’isola di Torcello per l’evento “TerraCielo”, un’esposizione di installazioni che fanno riferimento all’arte ambientale. La relativa vicinanza della sede espositiva, sommata alla curiosità per delle opere assolutamente non tradizionali, mi ha convinto a prendere un treno per Venezia, e poi il vaporetto per Torcello, in una canicolare giornata di Luglio (cosa non si fa per l’arte…). Tutto bene allora? Ovviamente no.Continua a leggere →
Peggio di un treno della Renfe, stavolta abbiamo veramente accumulato un ritardo imperdonabile, e proprio per un articolo che ci tenevo a pubblicare in tempi brevi. Capita che le divinità dell’informatica non si mostrino benevole, e infatti, come ho riportato nel post precedente, un grave problema alla scheda madre del computer ci aveva lasciati a terra. Purtroppo il ricambio non si trovava, e dopo alcuni tentativi falliti di ripararla ci siamo decisi a eseguire un revamping della macchina, un aggiornamento dell’hardware in buona sostanza, sostituendo scheda, processore e memorie. Certo, avremmo fatto prima comprando un nuovo PC, però la nostra indole ci spinge sempre verso il recupero, e anche questo computer è una sorta di patchwork elettronico, senza dimenticare il vantaggio di aver speso meno di un terzo di quanto avremmo dovuto lasciare alla cassa di un negozio di informatica.
Bene, passiamo alla narrazione del nostra spedizione in Moravia. Anzi no, ci fermiamo prima a Vienna.Continua a leggere →
E allora eccomi qua, a raccontarvi qualcosa sulla mostra di Sitges di quest’anno. Mi si potrà obiettare che è passato già più di un mese, però, sapete com’è, mi piace prendermela comoda, e la gestione di questo blog non fa eccezione. Del resto sono certa che su Facebook sono state già inserite moltissime immagini dei lavori esposti a Sitges, alcune con mostra ancora in corso, perciò qualche settimana in più non fa differenza. A questo punto ci si potrebbe chiedere a cosa potrebbe servire questo post, e, vi dirò, nutro dei dubbi anch’io, ma quando mi capita di rivedere qualche fotografia che abbiamo scattato sorge irresistibile la tentazione di descrivere, commentare, congetturare, decifrare ciò che a uno sguardo distratto potrebbe sfuggire. Lo si fa a beneficio di coloro che, per motivi vari, non erano presenti, lo si fa per offrire un’interpretazione originale (e sperabilmente autentica) di quanto c’era da vedere, lo si fa per dare un ulteriore motivo di soddisfazione a chi ha realizzato quelle opere, lo si fa per esortare a una visita “di persona” alle future edizioni della mostra, e lo si fa infine anche per piacere personale, quasi come se componendo questo post si stesse anche realizzando un patchwork, non di stoffa, questo è ovvio, bensì cucendo assieme immagini e parole.
Nemo propheta in patria, e nel mio caso significa che ho ricevuto più soddisfazioni all’estero che qui. Per amor di verità, confesso di non averle mai effettivamente cercate, l’ambizione non è tra i miei principali difetti, però più di qualche volta ho avuto l’impressione di essere invisibile.
Come che sia, dopo anni e anni di gestione del blog, finalmente qualcuno si è accorto che le mie cronache dal mondo del patchwork hanno un loro valore specifico, e questo qualcuno sta, manco a dirlo, oltreconfine.
Era già successo in Alsazia, quando preferii rinunciare a un ruolo attivo (seppur temporaneo) in quanto ho estreme difficoltà a esprimermi in una lingua che non sia la mia (a questo ci pensa il mio agente di viaggio / sherpa / fotografo / webmaster / ecc.). Stavolta invece è la Repubblica Ceca a regalarmi un implicito riconoscimento inviandomi l’accredito stampa per la mostra del Prague Patchwork Meeting che si terrà a Brno.
Bene, ci sono voluti solamente dodici anni di lavoro, però, alla fine, ce l’abbiamo fatta. Evviva!
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