Bassano 2017

Bassano del Grappaaa,… si scendeeeeee…
bassanotreno02Bene, siamo finalmente arrivati a Mitrovica, oops, lapsus freudiano, intendevo dire a Bassano del Grappa, questa bellissima cittadina attraversata dal Brenta, e ci siamo per la mostra organizzata dall’associazione Bassano Patchwork.
Anni indietro mi capitava di vedere nello stesso giorno la mostra di Treviso e quella di Bassano, una sorta di Quilting Day molto eccitante, ma pure molto faticoso. Dai e dai, mi sono fatta furba (incredibile, ma vero!), e quest’anno ho deciso di prendermela comoda. Dopo la puntata a Treviso ho preso il treno per Bassano, dove mi aspettava una camera per la notte, così da arrivare alla mostra con occhi riposati, pronti ad accogliere le nuove immagini che mi si sarebbero presentate.
Incidentally, potevo scegliere io un banale hotel, un albergo, un Bed&Breakfast, una pensione, uno chalet? Ovviamente no.
Finora avevo considerato U Malého Vítka, a Český Krumlov, il posto più strano e originale dove avessi dormito, invece il Palazzo Zelosi, un edificio seicentesco sorto dalla trasformazione di un antico convento, è ancor più suggestivo.
p1120369Pur essendo la struttura adeguata ai nostri tempi, essa riesce a mantenere un’atmosfera monacale, pur senza essere spartana, quasi in ossequio all’augusto passato. Posso dire di essermi trovata benissimo, in una stanza molto silenziosa, senza (aaah, finalmente) televisore, e assistita da personale gentilissimo. Un bijoux.
Abluzione, vestizione, prima colazione, I'm ready, andiamo.
Ovviamente piove. Continua a leggere

Treviso 2017

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Annamaria Da Tos – Gocce d’acqua

Piove, il che mi ricorda qualcosa, un altro giorno di pioggia di circa un mese fa.
Questo gocciolante promemoria mi riporta a Treviso, a un pomeriggio dedicato alla mostra organizzata da Patchwork Idea.
Era da un bel po’ che non mi si riproponeva il fatale connubio pioggia-patchwork, perciò quando scesi dalla tradotta di Trenitaglia e venni investita da una spruzzata di gelida acquerugiola, ebbi conferma che tutto stava andando secondo i piani, ovviamente non i miei.
L’esperienza porta con sé i suoi vantaggi, si sa, tra questi un robusto ombrello, un paio di stivali adeguati, un giubbotto impermeabile e una pasticceria nei pressi di Ca’ de Noal dove gustare un corroborante macchiatone.
Prima di iniziare a parlarvi della mostra mi sento in dovere di farvi una confessione: io non ci volevo andare, non nel senso che mi ci hanno obbligata, ma dalle immagini che avevo trovato in rete mi ero fatta l’idea che le opere esposte non valessero il viaggio (e la pioggia, naturalmente).
Ora posso dirlo, sarebbe stata una pessima idea, e sono certa che le immagini che ho inserito nel post lo confermeranno, anche se queste fotografie, come sempre del resto, non riescono a restituire tutti i dettagli in grado di far apprezzare il valore di un quilt.

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Fête du Fil

Un mese, no dico, dal mio ultimo post un mese senza telefono, e ovviamente senza internet, ma come si fa?
Finalmente qualcosa si è mosso, e allora, prima che la linea decida nuovamente di sparire, ho buttato giù in fretta e furia questo articolo su un’esperienza sinestetica che difficilmente dimenticherò.
occitaniaC’è chi va in Val d’Argent, chi va a Birmingham, chi va a Karlsruhe, chi va a Houston, chi va a Tokyo, chi va a Biarritz, chi va a Paducah, chi va a Veldhoven, e c’è anche chi si inoltra sino ai piedi della Montagna Nera per una mostra patchwork, ma soprattutto lo fa a sua insaputa.

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Malborghetto 2017

Evviva! Dopo un mese e mezzo di stop per causa di forza maggiore (frattura del polso) si poteva riprendere in mano, anzi in due mani, il blog.
Invece, appena pubblicato l’articolo sulla mostra di Maniago, sono iniziati i problemi telefonici, e perciò anche di internet, fino al collasso della linea. A detta dei tecnici, la linea che serve la nostra frazione fa leggermente schifo a causa di vecchi cavi aerei, riparazioni provvisorie (e perciò permanenti), giunti di tipo gordiano, dispersioni e disturbi vari.
Dopo settimane di black-out la lucina del modem è finalmente tornata verde (ma del doman non v’è certezza), e anche se la velocità di connessione è, sembrava impossibile, ancora più bassa di prima, cercherò di mettere in rete un nuovo post.
Speriamo bene.valbrunapatchworkclub_logo_01-300x300
Allora, andiamo a cominciare. Continua a leggere

A volte ritornano

Pur non essendo Stephen King tra i miei autori preferiti, devo ammettere che a distanza di quarant’anni il titolo di quel famoso libro è ancora intrigante.
A volte ritornano dicevo, e con gli stessi effetti terrificanti evocati in quelle pagine, ecco che ritornano i miei articoli sul blog.
Quasi superati i deleteri effetti di una banale quanto inopportuna frattura del radio, ho potuto finalmente riprendere in mano (anche concretamente) alcuni post che avevo lasciato in sospeso.
Ecco allora che per questo mio riaffiorare al mondo del visibile ho deliberatamente scelto di scioccarvi con qualcosa di estremo, delle opere che talvolta sfiorano la provocazione, che offrono più domande che risposte, e che sembrano pensate per scatenare opinioni contrastanti.
L’occasione mi è stata offerta dalla decima edizione del concorso internazionale di arte tessile contemporanea “Premio Valcellina”.
Già la definizione “arte contemporanea” dovrebbe dissuadere chi ama il patchwork classico dal proseguire nell’esplorazione di questo articolo, perciò da qua in poi vi inoltrerete a vostro rischio e pericolo. Continua a leggere

ready?

Ci sarebbero il cavallo di Troia, il dipinto di 1040m², l’orologio che va al contrario, the scale model 1:420 the city as it was in 1830, the royal road with negredo, albedo the e rubedo, the Devil's Column, the Faust House, the green front, the tomb of a buried alive, the camel passing through the eye of a needle, the endless column of books, il castello di Adele Bloch-Bauer, the elevator Paternoster, not to mention all the rest you already know, and then give me a good reason, just one, why I should not go to Prague for Patchwork Meeting.
Prague-02Ahoj