Niente da fare

ViaggioIl programma di questa primavera era allettante.
Iniziava con un viaggio in Catalogna, per la sedicesima edizione del Festival Internazionale del Patchwork, a Sitges, un bellissimo angolo di mondo vicino a Barcelona.
Poi la mia agenzia di viaggi mi avrebbe scarrozzata fino in Andalusia, a Granada, per ammirare l’Alhambra e gustare le prelibatezze locali.
A seguire ci sarebbero state Madrid, arte e storia a bizzeffe, e la suggestiva Toledo. Da lì poi via verso Vienna per alcune gallerie interessanti che sempre mi era ripromessa di visitare.
Dulcis in fundo, mi aspettava la Boemia, per il Prague Patchwork Meeting, dove finalmente sarebbe stata esposta una mia opera.
In programma, a fine aprile, mi attendeva anche una scappata a Beaujolais, per la Biennale di Arte Tessile, con bellissimi quilt realizzati da artiste provenienti da tutto il mondo, e tra queste c’era anche una delle mie preferite, ossia Irina Voronina.

E invece no.
I cinesi hanno pensato bene di impestarci tutti, con i drammi conseguenti che ben conosciamo.
Va da sè che di fronte alla malattia e, purtroppo, alla morte, in rapporto ai disastri economici e sociali che ha comportato il lockdown mondiale, l’annullamento delle mostre patchwork è ben poca cosa, però è sempre qualcosa che ci è stato sottratto. Siamo state private della soddisfazione di esporre il frutto delle nostre fatiche artistiche, della possibilità di ammirarle, di condividerne le impressioni, e insomma, se va avanti così, ci hanno rubato un anno di vita.
A qualcuna di noi è andata anche peggio, c’è chi è stata privata di tutta la vita, per sempre. In questo caso non abbiamo perso solamante delle compagne di strada, ma assieme a loro se ne sono andate anche tutte le opere che avrebbero potuto realizzare.
Non potendo perciò mostrarvi molto altro, mi limiterò a inserire il collegamento a un post realizzato dalla persona che ha le funzioni di agenzia / guida / sherpa webmaster pusher / critico / portaborse / chauffeur / fotografo / ecc. sul suo blog www.ultimelune.it.
L’articolo si intitola (Dis)ordini, e tratta delle vicende conseguenti all’annullamento del viaggio che era stato così felicemente organizzato.
Per il futuro speriamo bene (anche perché sperare male sarebbe da masochisti o da sadici).

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