Festival of Quilts – Birmingham 2014

Mi ricordo, sì, io mi ricordo. 

Ma cosa mi ricordo? E perché ho iniziato questo post con delle considerazioni di carattere personale quando invece dovrei illustrarvi quanto ho visto alla mostra? La risposta è molto semplice: perché non posso farne a meno. La scintilla che ha riattizzato le braci che sembravano sepolte sotto la cenere degli anni è stato un’opera intitolata “Wish you were here” di Angela Madden. Questo quilt è stato un salto indietro fino al 2002, Quilt Expo di Barcelona, la prima mostra internazionale che ebbi la fortuna di visitare.

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Festival of Quilts – Birmingham 2013

Birmingham è una strana città, incomprensibile (magari solamente per me), come lo sono molte altre metropoli moderne sorte sull’onda di un boom economico, e quindi non da esigenze di carattere storico o antropologico. Fatto sta che non ci vivrei, questo è certo.
Però una cosa bisogna ammetterla, il National Exhibition Centre (NEC) offre degli spazi espositivi insuperabili, sia per volumi che per praticità. Scesi dall’aereoplano o dal treno, occorrono solamente dieci minuti (a piedi e al coperto) per arrivare alla manifestazione in corso, e non so quante località possono vantare altrettanta comodità di accesso.
Grazie agli spazi generosi, il Festival of Quilts si può permettere di esporre circa 800 lavori in concorso e più di 20 gallerie di artisti vari, oltre naturalmente a una zona commerciale quasi altrettanto estesa. Perciò, anche se l’aereo mi stressa e il loro frenetico stile di vita mi angoscia, l’occasione di un “mordi e fuggi” a Birmingham per ammirare una tale abbondanza di quilt è troppo ghiotta per rinunciarvi e vale il sacrificio. Vuol dire che mi consolerò con una pinta di Smithwick’s in un posticino che conosco.

Eccovi allora un breve resoconto della mia strafexpedition in quel di Birmingham. Due sole cose: cliccando su una immagine questa viene visualizzata su Flickr, più grande e più dettagliata, e poi non ho inserito nel blog tutte le fotografie che ho scattato alla mostra, però le altre le trovate (quelle che ho scattato, non tutta la mostra, è ovvio) sempre sul mio spazio Flickr.
Come sempre, vale una premessa fondamentale: pur cercando di offrire un resoconto il più possibile rappresentativo, è naturale essere influenzati dal proprio gusto personale, perciò è altamente probabile che le opere fotografate e i commenti relativi non incontrino il favore generale. Di ciò mi scuso in anticipo e posso solamente suggerire di cercare in rete altri siti in grado di offrire una panoramica più estesa dei lavori esposti. In alternativa c’è sempre la soluzione perfetta, quella di andare il prossimo anno a Birmingham per verificare di persona come ci si possa veramente “perdere” in mezzo a tanta abbondanza, e anzi suggerisco di riservare 2 giorni per vedere, con sufficiente attenzione, tutto il Festival of Quilts.

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Do You Speak English?

Welcome in England!

Eccomi qua, sana e salva.
Sono capitata in Inghilterra giusto nei giorni degli scontri, e proprio a Londra e a Birmingham mannaggia. C’era chi dall’Italia mi inviava degli SMS interrogativi e vagamente preoccupati; mi immaginava già nel bel mezzo degli scontri, presa tra due fuochi, ovvero tra la polizia e i teppisti, in cerca di una via di scampo tra i cristalli infranti delle vetrine saccheggiate e le fiamme delle automobili incendiate.
Un po’ mi è dispiaciuto deluderli.
A Londra, una metropoli formicolante di 20 milioni di abitanti, gli scontri a Totthenam e a Brixton non giustificavano i titoli allarmistici dei media italiani (es. Tutta Londra in fiamme); in proporzione era come se in un condominio di 40 appartamenti un marito si fosse messo litigare con la moglie.
A Birmingham poi, a parte i soliti poliziotti in giallo che bighellonavano non sapendo che pesci prendere, una volta sola ho avuto la possibilità di vedere 2 (due) tipi in tenuta antisommossa che interdivano preventivamente l’accesso al centro del Bullring.
In ogni caso, quest’anno, per impedirmi di vedere il Quilt Show di Birmingham non sarebbero bastati neanche i carri armati, e poi capirete il perché.

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