Wiener Neustadt – Quilt Fest 2018

banner2Questo articolo è anche un avvertimento su quanto sia facile e difficile venire in giro con noi.
Facile, perché non ci sono programmi precompilati, obbiettivi imposti e ruolini di marcia inderogabili.
Difficile, perché si va un po’ all’avventura, adattandosi a ciò che si trova per via e sempre bendisposti verso l’imprevisto o l’insolito.
Facile, perché non c’è nulla da fare tranne che lasciarsi trasportare, da un bus, un treno, una corrente, un’emozione, un’illusione.
Difficile, perché lo si fa con la lentezza dettata dalle contingenze logistiche e dalla nostra indole flemmatica.
Volendo metterci sopra il carico da undici mi si lasci rammentare quanto il nostro “stile” di viaggio possa apparire, a ragione, poco giudizioso.
Come altrimenti definire la decisione di salire su un autobus all’una di notte per scendere alle otto di mattina a Vienna, e da lì prendere un treno per Wiener Neustadt, visitare una mostra (ovviamente organizzata in una zona lontanissima dal centro), quindi riprendere il treno per Vienna, e alla sera stessa risalire su un autobus che ci riporterà a casa all’alba?
Cose da pazzi, direte, e non me la sentirei di darvi torto. Pazzia a parte, comunque non si creda che non ne sia valsa la pena. Sì, è vero, il viaggio notturno in autobus non offre particolari piacevolezze, però è sempre meno sfibrante che fissare una striscia d’asfalto per ore e ore, stretti in una scatoletta di latta e plastica in mezzo ad altre scatolette di latta e plastica (e anche pericolosi scatoloni detti TIR). Lo è ancora meno quando l’autobus è veloce e silenzioso, dotato di tutti i comfort, dal WC a bordo alle poltrone reclinabili.
Per dirla tutta, ci piace viaggiare in mezzo alla gente, quella stessa che altre magari temono o sospettano, ma della quale, sarebbe stupido negarlo, facciamo parte.
A tal riguardo mi toglierei lo sfizio di rimandarvi a un bizzarro articolo del blog My3Place.wordpress.com intitolato “Cose da pazzi”, un testo che offre una lettura originale e rivelatoria del nostro modo di viaggiare.
Quello che sia, la decisione era presa, saremmo andati al Quilt Fest di Wiener Neustadt, costi quel che costi, basta che costi poco poiché la nostra cassa non è capacità infinita, e, almeno per quest’anno, abbiamo dovuto “misurare” le spese rinunciando a molti appuntamenti europei. Del doman non v’è certezza, perciò, vedremo…
Niederösterreich

Niederösterreich

In poche parole, da questo viaggio riportiamo a casa conferme e sorprese.
La conferma è che, come spesso capita, le mostre patchwork vengono organizzate in località defilate, talvolta persino improbabili. Mi riesce difficile credere che in tutta la Bassa Austria non si sia stato possibile trovare niente di più carino della zona industriale di una cittadina altrettanto inespressiva, e meno male che il posto era raggiungibile con un bus urbano.
La prossima edizione promette meglio. Si terrà in Carinzia, nel villaggio di Althofen (ci si arriva in treno), un luogo sicuramente più in sintonia con le nostre corde, tra l’altro vicino alla cittadina medievale di Friesach e al castello di Hochostewitz.
La sorpresa è data dal fatto che alcune artiste austriache stanno ora esplorando nuove forme espressive inserendo nelle loro opere anche materiali diversi dalla stoffa, superando la ricerca del bello per il bello, e smettendo di inseguire modelli standard o facili approcci estetici. Alcune opere erano particolarmente pregevoli, peccato che talvolta fossero penalizzate da un posizionamento o un’illuminazione non adeguati. Un’idea veramente simpatica invece è stata quella di appendere dei coloratissimi banner verticali all’esterno, in prossimità dell’ingresso della mostra: regalavano allegria in un’ambientazione altrimenti dominata dal grigio metallo.
banner2Dopo esserci saziati di patchwork siamo tornati a Vienna, e lì altre pietanze ci aspettavano, per gli occhi e per il palato, dolci e agre allo stesso tempo.
Di marmo il cuore
da Minerva cavato
come dono all’impero.
Ogni colonna una lapide,
un morto dei vinti
e uno vittorioso.
Troppi illusi ancora sfilano
in vecchi abiti
d’una festa che fu.
Quanta divina potenza
si perde ora
tra i tavolini al piano,
creme troppo dolci
per dimenticare
l’amaro di essere poco.
Da “Tutto o niente”, di Stelio Vascotto.
A ogni buon conto, già che c’eravamo non ci siamo fatti mancare niente, né una suggestiva passeggiata nello Stadtpark, né una cenetta leggera al Café Prückel e nemmeno i deliziosi buchteln appena sfornati nel Café Hawelka.
Nel breve filmato sottostante abbiamo raccolto alcune immagini del nostro viaggio, compresa ovviamente la visita al Quilt Fest, e seppur essendo un resoconto altamente incompleto e viziato dal gusto personale, spero di convincervi a spendere qualche chilometro (non sono poi tanti) per andare a osservare “dal vivo” cosa combinano le quilter austriache. Va da sè che non me la sento di consigliarvi i nostri metodi di viaggio, a meno che non ci sia una vena di pazzia pure in voi, e allora sarebbe tutto un altro andare…
P.S. Come sempre le immagini in formato originale dei quilt le trovate nel mio album di Flickr.
Enjoy!

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